Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana
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ECCO LE 10 IDEE D’IMPRESA INNOVATIVE IN AGRUMICOLTURA SELEZIONATE
PER LA “FINALE” DELLA CALL “AGRORA’ INNOVATION”, IL 28 GIUGNO A CATANIA
IN OCCASIONE DEL SEMINARIO “AGRORà, POTENZIALITà E PROSPETTIVE
DEL PORTALE DELLA FILIERA AGRUMICOLA”

Dal reimpiego degli scarti di produzione agli itinerari rurali, dall’agricoltura sociale condivisa alla lotta biologica integrata, dalla produzione di bibite a base di agrumi alla valorizzazione di strutture rurali, sino nuove modalità di promozione on line delle eccellenze agrumicole. Sono state selezionate le migliori dieci proposte fra quelle pervenute ad “Agrorà Innovation”, la call per idee di impresa innovative nell’ambito della filiera agrumicola siciliana, lanciata nell’ambito del progetto “Social Farming. Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana 2.0″ realizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces  con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation.

Gli autori delle 10 proposte selezionate dovranno adesso illustrarle dal vivo,  il 28 giugno, dalle ore 9 alle ore 13, alla Città della Scienza di Catania, nel corso del seminario gratuito “Agrorà – Potenzialità e prospettive del portale della filiera agrumicola”, nato nell’ambito delle attività previste da “Social Farming” e finalizzato a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in agrumicoltura.

Per la gestione di tutte le fasi della call “Agrorà Innovation”, il Distretto si avvale del supporto operativo di Confcooperative SiciliaCOF&P (Centro Orientamento, Formazione e Placement) dell’Università di Catania e Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo, tutti sottoscrittori e/o partner del Patto di Sviluppo distrettuale.

Queste le dieci proposte finaliste: Agragiellete di Simone Forte, Sichima di Mariacristina Ferrara, Mybiofruits di Luciano Alessandro Ipsaro Palesi, Agritours.com di Ivano Tornatore, Il Mulino degli Agrumi di Mario Urso, Lotta Biologica Integrata di Franco La Manna, Il Mio Gas di Francesco Corsentino, Seltz Soda di Giuseppe Russo, Made in Italy di Basrtolo Mariano Castellano, Naturness di Federica Terranova.

Le dieci finaliste della call sono state scelte tra le sedici proposte pervenute, provenienti generalmente dalla Sicilia e qualcuna dalla Campania, dieci da uomini e sei da donne, per un’età media dei proponenti di circa 30 anni. La giuria – composta dalla dott.ssa Federica Argentati presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, dal Dott. Dario Costanzo agronomo e project manager ARCES,  dal prof. Biagio Pecorino, docente del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, dal prof. Paolo Inglese, docente di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali all’Università di Palermo, dal dott. Luciano Ventura, direttore di Confcooperative Sicilia e dal dott. Salvatore Torrisi, amministratore delegato di Oranfresh – ha effettuato questa prima scrematura selezionando come da regolamento le migliori due proposte per ciascuno dei cinque ambiti della call, emersi da una analisi delle esigenze della filiera agrumicola: produzione e coltivazione; valorizzazione e commercializzazione dei prodotti della filiera (fresco e/o trasformato); valorizzazione del territorio agrumetato (turismo rurale, etc.); reimpiego scarti di produzione; conservazione con metodologie sostenibili (finalizzata alla commercializzazione anche verso l’estero). Poiché per quest’ultimo ambito non sono pervenute proposte, la giuria ha deciso di “ripescare”  due proposte fra le dieci che avevano registrato le migliori valutazioni in assoluto.

I dieci finalisti dovranno illustrare con un pitch più approfondito le rispettive idee di impresa alla giuria e alla platea dei presenti nel corso del seminario del 28 giugno, alla Città della Scienza di Catania. In quella sede verranno decretate le tre migliori proposte che potranno accedere ai servizi di accompagnamento alla progettazione definitiva e alla ricerca di fonti di finanziamento, grazie al supporto del COF&P dell’Università di Catania, di Confcooperative Sicilia e del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo.